martedì 26 aprile 2011

INNOVAZIONI TECNOLOGICHE NELLA MEDICINA

Il dispositivo del pacemaker
Il pacemaker è un dispositivo elettronico miniaturizzato, inventato nel 1958 da Earl E. Bakken. Esso è capace di ripristinare, in caso di patologie del ritmo cardiaco, la contrazione regolare del cuore mediante invio di impulsi elettrici. Questo uesto questoe stimolatore cardiaco è composto da un generatore di impulsi alimentato da batterie la cui durata varia dai cinque ai dieci anni e da elettrodi che, partendo dal generatore e inseriti in una vena, raggiungono la parete di una delle camere cardiache. Questi impulsi elettrici devono indurre eccitazione negli atrii o nei ventricoli causandone la contrazione, consentendo al cuore di svolgere il suo normale lavoro di pompa.

Schematizzazione dell'intervento di angioplastica
Il prof. Paolo Zamboni, direttore del Centro Malattie Vascolari  di Ferrara, ha reso noto recentemente una sua scoperta tuttora oggetto di accertamenti e di ricerche scientifiche. Si sarebbe individuata infatti  una correlazione fra la sclerosi multipla ed una malattia dell’apparato venoso, la Ccsvi (Insufficienza venosa Cronica Celebrospinale). Attraverso un  intervento di angioplastica verrebbero liberate le vene ostruite migliorando la vita dei pazienti affetti da sclerosi multipla. Allo studio ha collaborato anche il prof. Robert Zivadino dell'Università di Buffalo. 

La medicina è sicuramente un settore importante dove applicare la nanotecnologia soprattutto per  la guarigione di malattie che necessitano di avere sempre nuovi strumenti e nuove tecniche per aumentare la percentuale di successo e diminuire i disagi dei pazienti. La nanotecnologia può offrire molto in questo senso, potendo attaccare singole cellule e’ possibile eliminare gravi malattie, come tumori, direttamente all’origine, eliminando tutti i disagi dovuti ad effetti collaterali. L’immagine rappresenta un sistema submicroscopico che, assunto oralmente sottoforma di pillola, una volta dentro al corpo umano possono è in grado di “viaggiare” attraverso i vasi sanguinei e “cercare” le cellule da attaccare ed ucciderle, così da distruggere le cellule tumorali.

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